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Il progetto prevede la realizzazione di un fabbricato plurifamiliare per abitazioni; quest’ ultimo si sviluppa su quattro piani, con una estensione al quinto piano per una piccola porzione della superficie coperta,  più un  piano interrato, destinato a garages e cantine; i piani fuori terra sono ad uso residenziale: il piano terra ospita due alloggi; il piano primo e secondo sono  suddivisi in tre alloggi ciascuno, mentre al quarto e quinto piano vi è un unico alloggio con terrazza. Le finiture esterne sono in armonia con il contesto nel quale l’edificio si inserisce, con serramenti in tinta chiara, pareti con finitura ad intonachino minerale in tonalità neutra. Il fronte verso Via Caviglia è stato oggetto di particolare attenzione in fase di progettazione. Le coperture, caratterizzate da un importante aggetto, presentano finitura metallica e le lattonerie sono in alluminio verniciato.



Filosofia di intervento e descrizione delle opere

Per quanto riguarda il prospetto su Contrà Santi Apostoli, non è stata proposta alcuna modifica della forometria o dell’assetto proporzionale e compositivo della facciata rispetto alla situazione precedente il restauro.



Elementi Lapidei

In particolare, è stata effettuata una pulitura degli elementi lapidei mediante un primo lavaggio, l’applicazione di un impacco di polpa di carta e una successiva spazzolatura, per eliminare i residui dell'impacco stesso; la pietra è risultata in questo modo liberata dall’azione dannosa delle croste nere, ma ha conservato in superficie la “patina” che ne permette la conservazione e ne mantiene il segno del tempo. Rimangono inoltre visibili i segni della lavorazione eseguita a mano originale settecentesca.
Le porzioni lapidee esposte all’azione degli agenti atmosferici (balaustrine esterne, mensole aggettanti, e in genere tutti gli elementi non sovrastati da sporgenze significative) avevano inoltre subito nel tempo un consistente dilavamento, e risultavano parzialmente erose, rivelando la grana del materiale.
Per quanto riguardava questo tipo di degrado, marcato ma non influente dal punto di vista statico, si è optato per la sola pulitura leggera, e successivo trattamento protettivo, senza ricorrere ad integrazioni. Per quanto riguardava quelle porzioni di elementi lapidei che risultavano più pesantemente danneggiate, si è agito invece attarverso un consolidamento della pietra ed un fissaggio delle schegge e delle porzioni che minacciavano di precipitare; successivamente, si è procededuto come per le altre superfici in pietra ad una pulitura delle stesse.
Numerosi elementi lapidei risultavano inoltre completamente fratturati ed in procinto di staccarsi dal supporto murario e dagli elementi lapidei contigui.
Queste situazioni, localizzate prevalentemente nel bugnato del piano terra e del mezzanino e caratterizzate da elementi di dimensioni poderose, sono state risolte consolidando le rotture con l’inserimento di zanche e barre in acciaio inox fissate con resine epossidiche impastate a polvere di pietra.



Intonaci

Per quanto riguarda l’esame degli intonaci, l’osservazione dei lacerti privi di depositi superficiali e meglio conservati ha rivelato la presenza di due tipi di finiture superficiali risalenti a due diverse epoche. Un primo tipo di finitura era costituito da due strati di intonaco, dei quali il più superficiale a grana più fina, mentre lo strato a contatto con i mattoni era di grana grossa; in superificie era presente uno strato a marmorino di colorazione chiara, atta a concordare con la tonalità della pietra.

Questo tipo di finitura, presente solo in piccole porzioni all'altezza del piano attico, era la finitura più antica e con buone probabilità anche quella originale del palazzo. Un secondo tipo di finitura, presente nella maggior parte della facciata, era invece databile al secondo dopoguerra; la grana dell’intonaco era infatti fine ed uniforme e lo strato era piuttosto spesso. Il colore di finitura di questo secondo intonaco, un giallo ocra, è stato esteso come velatura anche sui timpani lapidei, subendo successivamente un viraggio di colore verso tonalità più scure, dovuto sia all’ossidazione che alla formazione di depositi.
Mediante l’intervento di restauro si è proceduto ad una rimozione degli intonaci del secondo dopoguerra e delle porzioni di intonaco che, non risultando più sufficientemente coese con il paramento murario, avrebbero compromesso la stabilità dei ripristini stessi; sono state invece mantenute le tracce di intonaco sufficientemente aderenti. Successivamente, le specchiature ad intonaco sono state integrate con un intonachino compattato a base di calce, a grana fine, di una tonalità simile a quella dell’intonaco più antico e compatibile con la tonalità della pietra dopo il trattamento di pulitura.



Copertura

Per quanto riguarda la copertura, si è proceduto con un intervento manutentivo per ripristinare le strutture secondarie lignee mancanti. Inoltre, è stato necessario integrare la copertura esistente con uno strato di isolante termico ed una nuova impermeabilizzazione. Il manto di copertura è stato ripristinato utilizzando per quanto possibile i coppi in cotto originali.

Tutte le tipologie di integrazione e ripristino descritte sono state eseguite con materiale e tecnologie consoni all’epoca di edificazione del palazzo, anche utilizzando i componenti originari della fabbrica quando il loro stato di usura è risultato compatibile con la necessaria efficienza strutturale e di sicurezza.



Anno di ultimazione: 2009

Committente: privato

 

Palazzo Fioccardo, Vicenza

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