Il palazzo di Corso Fogazzaro n. 230 è inserito nella cortina edilizia che si estende compatta e porticata senza quasi soluzione di continuità dall’incrocio con contrà Pedemure San Biagio alla porta Santa Croce (1381); la contrada deve le sue origini al dominio scaligero, e conserva chiare testimonianze degli antichi edifici gotici e rinascimentali le cui tracce sono riscontrabili in portali, colonne, lapidi e datazioni. Il palazzo al n. 230 è probabilmente frutto della modifica otto-novecentesca di una preesistenza; pur riprendendone i caratteri formali tipici – portico di attraversamento, balconata al piano nobile, terzo piano ribassato - li rielabora secondo un gusto posteriore, visibile soprattutto nell’ariosità del portico in facciata, dotato di colonne slanciate e di altezza complessiva notevole se paragonato alle adiacenze. Il fronte è formato da sei campate irregolari di cui la terza presenta un risalto determinato dall’ampiezza dell’arco d’ingresso e dalla balaustrina al piano nobile che, a differenza della linearità delle altre, conserva un sapore vagamente cinquecentesco con gli elementi terminali in pietra sbozzata e l’impianto curvilineo. Gli elementi architettonici notevoli, ovvero le colonne, le cornici delle aperture e le balaustrine, sono ricavati dalla pietra locale. Data la sua perfetta integrazione nel fronte edilizio, il progetto prevede che per la facciata sul corso venga effettuato un restauro di tipo conservativo, mentre si vuole riportare in luce l’impianto tardo trecentesco dell’atrio passante grazie all’apposizione di una grande apertura ad arco verso il cortile retrostante, ripetendo lo schema del portale d’ingresso, e alla demolizione della scala che ne ottunde ora il passaggio, sostituendola con una rampa ellissoidale posizionata lateralmente all’atrio. Per quanto riguarda la facciata posteriore, completamente manomessa, si prevede la regolarizzazione delle aperture. E’ prevista la modifica delle partizioni interne edificate in epoca recente.